martedì 7 aprile 2015

Sai cosa ti dico? Ciao!


In questo lungo periodo di tempo ci sono stati ben due compleanni (Chiara 7 e Fabri 40), la fine dell'inverno, l'inizio della primavera, numerose gite in montagna con annesse divertenti sciate (anche nella nebbia e sotto la neve), alcuni rollè, qualche lavoretto, una Pasqua e una Pasquetta passate in montagna con la “squadra” dei nonni al completo.
Proprio a Pasquetta, mentre eravamo al winter park, dopo parecchie e velocissime discese con le ciambelle (durante le quali io iniziavo a “strillare” all’inizio e terminavo alla fine – ma và!!!), Fabrizio mi dice “Franci, guarda chi c’è”, io mi giro e, carramba che sorpresa, una mia amica che non vedevo da parecchio tempo, e fin qui nulla di strano.
Dopo aver trascorso insieme moltissimo tempo (e quando dico moltissimo, intendo davvero mooooooltissimo tempo: serate in compagnia, in discoteca, vacanze, liceo, università) non ci siamo più frequentate, c’è stato un stop netto, ma la vita è così. Spesso ci sia allontana, e poi, a volte ci si riavvicina. E quando questo succede ci sono due possibilità:
  1. che il tempo sembra non essere passato
  2. che il tempo è passato eccome facendo “perdere il filo del discorso” (e questo è il nostro caso)
Così, saputo che si iera di nuovo trasferita nella sua città di origine, mi sono detta: “ma sì, riproviamo”, così durante le feste di Natale (2013) ci siamo incontrati a casa nostra. Il pomeriggio è passato in allegria, i bambini hanno giocato e noi abbiamo chiacchierato e abbiamo parlato della nostra casetta in montagna e di come si sta bene in quel paesino con piste divertenti ma sempre a misura di bambino. A fine serata ci siamo salutate e poi, di nuovo, stop.
Ieri nel parlare, con un’educazione di circostanza (ma forse sono partita prevenuta), mi ha detto che quest’inverno sono venuti spesso a sciare, aggiungendo con aria candida “Ogni volta pensavo chissà se incontro la Franci e il Fabri” … e io: “Una telefonata no????” MA non l’ho detto … ebbene sì … sono stata zitta (e francamente mi stupisco di questo) ma ce l’avevo proprio sulla punta della lingua! 
Se l’avessi detto cosa sarebbe cambiato? Niente, appunto. 
Avrei magari solo fatto la figura dell’antipatica, di quella troppo diretta (alias: stronza) e non mi andava, forse.
Se so che una persona ha la casa proprio dove andrò, io la chiamo, anche solo per cortesia. E’ così semplice! Poi pazienza se non ci si riesce ad organizzare.
Una cosa è certa: non siamo tutti uguali (e per fortuna!) però almeno non mi dire così, dai!
La morale è che a questa amicizia ho sempre più tenuto io (e probabilmente sotto-sotto ci tengo ancora), ma ormai ho imparato (almeno) a non rimanerci male.
Ci siamo salutate educatamente, io le ho detto “A presto” e lei “Magari ci vediamo” … e io ho pensato ”Se, vabbè, ciaooooooooooooo"